Ciao, ecco l’esercizio sui dialoghi :) ho scelto la seconda vignetta con la ragazza ed è collegato all’esercizio che ho pubblicato sul manuale 1 descrizione.
Giorno 11 Ottobre, zona centrale della “Red Rabbits”, quartiere periferico 331, obiettivo numero 1435.
Millequattrocentotrentacinque come il numero di missioni affidate al sergente “Ombra”.
John Kraul portava i suoi lenti passi in superficie, in quel cumulo di silenzio e desolazione: pavimenti sfrattati, pareti impolverate, soffitti umidi, odori mefitici, valzer di luci psichedeliche provocate da scintille di cavi mordicchiati dai ratti.
John proseguiva tranquillo, a suo agio, con le mani nei tasconi del giaccone nero. Essendo finito nel mezzo di un corridoio anfratto, la direzione da prendere era a senso unico.
Camminò per tre minuti e quarantasette secondi prima di bloccarsi, togliere la mano destra dalla tasca, inserirla nella giacca e portarla sulla schiena.
«Fermo!» implorò la ragazza davanti a lui. «Ti prego…» aggiunse in fretta, mentre il tono di voce si spegneva nella penombra del corridoio.
«Io non sono come le altre, devi credermi!»
«Muori» rispose John, secco.
«No!» ribadì la fanciulla, portando la mano in avanti e mostrando un mazzo di rose rosse.
«È per te» disse con un caldo sorriso ad occhi chiusi mentre John si bloccava con le orecchie drizzate, calmandosi.
«Io adoro le rose» continuò lei alzando gli occhioni curiosi fino a perdere il sorriso. «Sai, il loro colore ne determina il significato» si voltò alla sua destra per afferrare un cavo a penzoloni e tornare su John con un altro sorriso.
«Per esempio il rosso significa passione d’amore, quando sei innamorato di una persona non c’è dono migliore!» disse corrucciando le labbra ancora sorridenti e giocherellando con il filo.
“Passione d’amore?” si ripeté John tra sé e sé. “Che assurdità” concluse facendo sfilare la mano dal giaccone fino a bloccarsi di nuovo.
«Ma avrei voluto che fossero rosa» disse sibillina la bambola. «Cioè amicizia, affetto…» staccò la mano dal cavetto. «Pace» abbassò gli occhi, corrucciando le labbra senza sorridere.
«Che ne sarà di me?» chiese infine con gli occhi lucidi.
Ma John non disse nulla, fece solo quattro passi lenti verso di lei e allungò la mano sinistra. Un sorriso maligno si materializzò nel volto della ragazza. Un movimento secco del pollice e dal mazzetto di fiori partì un proiettile luminoso che finì per frantumarsi in scintille sui cordoni del soffitto, alle spalle di John. Qualcosa aveva deviato la traiettoria del colpo spostando il braccio della femmina e non solo, quel qualcosa aveva bloccato il suo intero corpo rendendola inerme a qualunque tipo di attacco.
«Maledetto! Cosa stai facendo?! Dimmelo mostro!» disse la donna con tono rabbioso, mentre cercava di svincolarsi da quel nulla che l’aveva avvolta su se stessa.
John ricambiò il sorriso, mostrando i denti da squalo, fino a perforare l’altra con un’occhiata di morte. Il tutto mentre finiva la sua estrazione.
«Tu non hai sentimenti, dentro di te non provi nulla, vuoi solo trasformarmi in una caramella e mangiarmi. Non hai niente che si avvicina a quelli come me, non hai nemmeno un nome. Tu, non sei altro che un numero»
Concluse spingendo l’mk11 sulla fronte della bambola, premendo il grilletto e lasciandola trapassare da un foro di 55 millimetri. Poi nulla, solo un mazzo di fiori che rovinò a terra imbrattando il pavimento di rosso.